L’analisi di quanto viene pubblicato sui social, in relazione ad avvenimenti politici o sociali, mi porta a ripensare a come quotidianamente utilizziamo la comunicazione e a farmi qualche domanda: quello che traspare dai commenti, dai like e dai post è indicativo delle nostre modalità di comunicazione? Esistono degli stereotipi di comunicazione? In altre parole è possibile identificare dal tipo di comunicazione che abbiamo il nostro modo di relazionarci con gli altri? E, infine, quanto il mezzo cioè i social determinano il tipo di comunicazione.
“Ma ha senso ripensare ai Natali dell’infanzia, quando aspettavi fingendo di dormire che venisse mattina? Ha senso ripensare ai Natali della giovinezza,quando si scalpitava aspettando di uscire incontro alla notte e all’abbraccio freddo di dicembre, una sciarpetta e via? Ha senso ripensare ai Natali dei figli piccoli, quando si inscenavano magnificenti messe in scena con tazzine sporche di caffè, biscottini sbriciolati e nonni compiacenti che simulavano gli zoccoli delle renne in balcone? Ma no. Ogni Natale è diverso, restano identiche le palline rosse dell’albero comprate quando eri incinta, qualche ghiacciolo di vetro che ha resistito da quando eri bambina, la voglia di canticchiare fa-la-la-la che non si estingue, le regolari corse al regalo buffo per il gusto di metterlo sotto l’albero, gatti inclusi. La diversità è nelle piccole cose che sogni per l’anno che viene, i progetti da organizzare, i libri da sottoporre a revisione (e quanto lo amo, il momento in cui fai le pulci a te stessa), quelli da leggere, quelli da immaginare, gli amici a cui pensare, i gatti che saltellano con circospezione intorno all’albero senza – incredibile- toccarlo. E il respiro profondo che fai, pensando che quel che conta è, ancora una volta, desiderare e immaginare. Per te, per chi ami, per voi, caro commentarium. Sottraetevi alle polemiche da social, tirate quel respiro, e vogliatevi bene.”
Dato che è Natale e siamo tutti buoni immagino che Loredana Lipperini in quanto vecchia amica (non lei, l’amicizia…) non mi denunci per plagio… Riprendo questo suo post su Facebook, la cosa migliore che ho letto in giro in questo Natale, perché mi permette di fare alcune riflessioni e per rispondere alle sue domande pubblicamente.
Nell’ultimo post ho accennato alle profezie autoavverantesi. Vediamo di spiegarlo con una storiella che forse ci riguarda, anche se non tutti allo stesso modo. Maria, una ragazza normale né bella né brutta, ma incredibilmente insicura e convinta di non piacere a nessuno, viene inviata ad una festa. Prima di dare una risposta viene assalita dai dubbi “Che ci vado a fare? Tanto non mi si filerà nessuno!” ” Se anche qualcuno mi rivolgerà la parola sarà solo per pietà!” Continua la lettura di Una ragazza alla festa, Nanni Moretti e la profezia autoavverantesi→
Quando si dice la sincronicità. Nei giorni scorsi ho sentito una barzelletta e mi è venuto sottocchio un articolo di un delizioso librettino che consiglio: 101 storie zen edito da Adelphi. Cominciamo da quest’ultimo.
C’è un libro “antico” che ho molto apprezzato e che, negli anni, ho ogni tanto ripreso in mano: “La Colomba assassinata” di H. Laborit. Questi, neurofisiologo, candidato al premio Nobel per la medicina, scopritore della prima cura della schizofrenia attraverso la clorpromazina, capostipite dei farmaci per i disturbi psichiatrici, ha avuto molto successo anche al di fuori della stretta cerchia accademica; tanto da influenzare profondamente anche un maestro di cinema come Alain Resnais che utilizzò le sue idee per farne uno straordinario film dal titolo “Mon oncle d’Amérique”(1980) in cui lo scienziato compare anche in un “cammeo”. Continua la lettura di Rosberg, Key, la colomba assassinata e A. Resnais→
Dopo settimane e settimane siamo finalmente arrivati al momento di un voto che si è andato presentando sempre di più come una ordalia: il “giudizio di Dio”.
Consapevolezza e … spaghetti è un argomento che ho già trattato precedentemente in un articolo pubblicato su Huffington Post, e a cui rimando, ed in cui affrontavo come mangiare in modo consapevole un piatto di spaghetti pomodoro e basilico