Archivio mensile:Marzo 2017

L’epigenetica (2). Le colpe dei padri ricadono sui figli? La buona e la cattiva notizia

Nel post precedente abbiamo parlato in generale dell’epigenetica, di come questa sia in grado di spiegare la presenza di disturbi fisici e psichici nella discendenza di soggetti che avevano subito prima del concepimento condizioni avverse; condizioni capaci di determinare modificazioni delle cellule riproduttive, spermatozoi paterni e ovociti materni. La ricerca si è focalizzata sugli effetti, soprattutto, degli ormoni dello stress come il cortisolo, capaci di determinare delle alterazioni, spesso permanenti, a livello delle cellule riproduttive. Come abbiamo già detto in altra parte, in risposta allo stress il nostro organismo produce degli ormoni che se da una parte hanno lo scopo di preparare il nostro corpo a rispondere allo stressor, dall’altra hanno la capacità di determinare delle alterazioni a livello sia fisico sia psichico. Quale è il contributo del padre e della madre?
Vediamoli

Il ruolo materno: Lo studio del ruolo materno nella trasmissione epigenetica delle condizioni di “sofferenza”,  si è dimostrato a volte di difficile interpretazione. Mentre, infatti, sono ben documentati gli effetti sul nascituro dello stress subito dalla madre durante la gravidanza, minori sono i dati sugli effetti dello stress provato dalla donna prima del concepimento. Stante anche la difficoltà di isolare gli effetti dovuti allo stress in gravidanza rispetto alle condizioni precedente il concepimento. Abbiamo comunque dei dati certi che evidenziano, con chiarezza, come alcune condizioni subite dalla madre prima del concepimento siano in grado  di determinare effetti negativi sui futuri neonati e addirittura sui nipoti. Sappiamo cosi che violenze subite dalla madre in età infantile, o un eventuale lutto nell’anno precedente il concepimento, siano condizioni capaci di provocare un alterato sviluppo non solo psichico ma anche fisico della futura prole. Questi dati sono confermati dall’osservazione che figli e nipoti dei sopravvissuti all’Olocausto presentino delle alterazioni epigenetiche con aumento dei casi di alterato sviluppo psichico con maggiore frequenza di malattie mentali e neurologiche. E’ interessante notare che non solo lo stress con tutti i suoi correlati effetti ormonali, ma anche l’uso di sostanze come la cocaina e l’eroina provocherebbero danni che si mantengono almeno nella generazione successiva.

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Linguaggio, cucina e l’epigenetica: ovvero da un pero non può nascere una mela. (1)

Smumiat cla bronzina

(Datti una mossa con il pentolino: autocitazione) 

E’ incredibile, ma il nostro linguaggio, quello di tutti i giorni, da quello che usiamo al lavoro a quello che usiamo con i nostri figli è, anche se non ce ne accorgiamo, una sintesi meravigliosa. Sintesi di racconti notturni quando noi, piccoli e febbricitanti, chiedevamo delle presenze per allontanare febbre e timore del buio e di sgridate per marachelle più o meno gravi compiute nei pomeriggi passati a giocare con gli amici. Sintesi di racconti fatti dal nonno contadino e podestà che, imprigionato dagli americani, veniva reinsediato come sindaco in seguito alle  proteste del CNL (Comitato Liberazione Nazionale) e dei partigiani; e da quelli dell’altro nonno chirurgo e professore universitario che perse la cattedra per non aver voluto prendere la tessera del partito nazionale fascista e che di notte, a lume di candela, nei cascinali della bassa reggiana in Emilia operava i partigiani feriti. Sintesi di quanto la nonna, femminista ante litteram,  ci raccontava della sua protesta concretizzatasi nell’acquisto di un collo di volpi azzurre con relativo conto mandato direttamente al sindaco contadino che aveva passato un week end con la sua “fidanzata” a vedere l’opera all’arena di Verona. Sintesi di parole a volte inventate per rendere più efficace un rimbotto o per sdrammatizzare.

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