Archivio mensile:Aprile 2020

“Facciamo che Conte era il medico e l’Italia un paziente grave” … bocciato!.

Non sono un economista, non sono un virologo, non sono un epidemiologo. Vero. Dunque non entrerò nel merito delle misure annunciate, sui rischi delle varie ipotesi di riapertura, etc. Tuttavia, ho un’esperienza di oltre 40 anni di vita ospedaliera e da anni faccio corsi  per aiutare i medici a comunicare con i pazienti: come impostare la relazione terapeutica ed evitare comportamenti che ne minino alla base la fiducia, come usare le parole per dimostrare interessamento e preoccupazione, come essere onesti con se stessi e con il paziente, come dare cattive notizie “abitando lo spazio” molto piccolo che sta tra l’empatia e la verità con la capacità di contemperarle  entrambe.

Come si diceva da bambini, facciamo che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte era il medico chiamato al capezzale di un paziente grave, l’Italia, e prendiamo l’ultima conferenza stampa del Nostro che doveva annunciare la fase 2. Continua la lettura di “Facciamo che Conte era il medico e l’Italia un paziente grave” … bocciato!.

Covid 19: quello che ci aspetta … e non sarà facile

Fino a qualche mese fa, tutte le minacce sanitarie riguardavano paesi quasi sempre lontani, in genere poveri, con condizioni economiche e  sanitarie disastrate. Ora però il Covid 19 ha colpito, devastandole, anche le nostre società avanzate, con sistemi sanitari teoricamente in grado di far fronte ad una pandemia. Il Coronavirus, inoltre, si è dimostrato un agente patogeno “democratico”, capace di colpire tutti, paesi sviluppati e non, chi vive in un attico e chi vive negli slum, economie avanzate e quelle arretrate anche se i paesi più svantaggiati e poveri pagheranno sicuramente il prezzo più alto in termini umani ed economici. C’è peraltro da dire che queste realtà con problemi cronici di siccità, conflitti armati, epidemia come Ebola e colera  presentano una maggiore familiarità con eventi avversi: sono più “attrezzati” psicologicamente di noi. In questo panorama, dunque, nessuno può essere e sentirsi immune dalla minaccia. Tale percezione di fragilità e di instabilità, con la paura conseguente, non è che l’inizio, l’avvisaglia dell’onda lunga di un nuovo tsunami con cui ci dovremo confrontare psicologicamente nei prossimi mesi e forse anni, anche e soprattutto, quando il peggio, da un punto di vista strettamente sanitario, sarà alle spalle.

All’inizio, nella fase acuta, abbiamo assistito all’attivazione dei meccanismi di risposta allo stress che però sono temporanei e tendono, perdurando la situazioni di sofferenza, a esaurirsi. Prova ne sia quello che si è verificato nelle nostre città: canti dai balconi, ritorno del'”ottimismo bellico” (andrà tutto bene!), flash mob sui social, lezioni gratuite di Yoga, giardinaggio, Meditazione, etc. A questo ne è seguito, man mano che aumentavano i giorni di quarantena, il suo esaurirsi, una fase di silenzio, un ritrarsi all’interno del proprio confinamento, un sentire nuovamente il canto degli uccelli “trattenendo il respiro perché il virus non ci uccida”. Continua la lettura di Covid 19: quello che ci aspetta … e non sarà facile