Dice Grice della comunicazione: è “una attività razionale, cooperativa e finalizzata al raggiungimento di uno scopo”. Dunque utilizziamo la comunicazione con gli altri per tantissimi e differenti scopi: dare informazioni su di noi, sul nostro mondo interno e dunque su come stiamo e sulle nostre emozioni, sui nostri bisogni e necessità, sulla relazione che intercorre con la persona con cui stiamo comunicando, etc. Allo stesso tempo, utilizziamo la comunicazione per far fare qualcosa, per ottenere informazioni su qualcosa che per noi è importante o per condividere informazioni in nostro possesso. Da tutto questo emerge l’ennesima conferma che l’uomo è un animale profondamente sociale, che fa dello scambio di informazioni la ragione del proprio successo sulle altre specie. Non può sfuggire quanto il lock down abbia frustrato questa necessità fondamentale dell’essere umano. Continua la lettura di Diffida dell’uomo che non muove la pancia quando ride (proverbio), mascherine, videochiamate niqab e Covid 19
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I rischi di un tempo sospeso … e le opportunità. (1)
Come avevo scritto in un precedente post, siamo in un tempo sospeso. Personalmente mi sento come un sasso lanciato verso l’alto immediatamente prima di cominciare a ricadere, in quell’attimo in cui la forza di gravità e la forza del lancio verso l’alto si equivalgono, annullandosi. Tempo sospeso, dunque, come un sasso in attesa di ricadere.
Nessuno è in grado, neppure con approssimazione, di predire quando si uscirà da questa situazione, quali altre emergenze, soprattutto economiche, dovremo affrontare, in che mondo ci troveremo a vivere, con quali tipi di relazioni affettive, amicali, lavorative, etc; quali valori e idee saranno spazzate via e su quali certezze ricostruiremo le nostre vite e il nostro futuro. Anche le nostre società iperconnesse sono “sospese”, potranno virare verso un modello partecipato e, se vogliamo, comunitario in cui la persona si sente parte, soprattutto, responsabile, di una comunità. Oppure andare verso modelli più autoritari, più chiusi in cui badare solo alle proprie necessità, con “l’aiuto” di un uomo forte. La direzione che prenderemo, ne sono certo, dipenderanno dalle scelte di ognuno.
Il futuro dunque non è ancora nemmeno ipotizzabile e questo certamente accresce le nostre preoccupazioni e le nostre ansie. Anche se, a ben vedere, non è mai stato ipotizzabile e neppure controllabile anche in condizioni “normali”. Quelli della prevedibilità e del controllo sono una nostra illusione che ormai non alberga più in noi, cominciamo a prendere coscienza e consapevolezza della realtà nella sua instabilità e discontinuità. I tempi che viviamo hanno in parte dissolto questa illusione e questo contribuisce ad aumentare le nostre emozioni negative. Questo è lo scenario che ci troviamo a vivere, questa la realtà ineludibile e scomoda. Sì, scomoda, perché spesso viviamo con disagio questa presa di coscienza. Se da una parte questo esame di realtà aumenta il nostro grado di consapevolezza permettendoci di uscire da uno stadio quasi adolescenziale con i relativi sensi di onnipotenza, dall’altro ci consegna nudi e indifesi ad una realtà finalmente vista per come è. Di fronte ad una nuova percezione della realtà e alle emozioni che questa suscita ci troviamo davanti ad una sfida, quella del confrontarci con le nostre emozioni.
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Di ritorno da Udine: contento, perplesso e anche un po’ (molto) preoccupato … transumanesimo, ibernazione, trasferimento di coscienza e altro
…. date le premesse del precedente post, vediamo a che punto siamo e dove potremmo trovarci tra qualche tempo. Già adesso utilizziamo senza saperlo queste tecnologie, basterebbe pensare all’assistente virtuale Siri utilizzato dai telefonini della Apple o ai servizi di Google. Questi ultimi, infatti, raccolgono una impressionante quantità di dati, così che spesso riescono a fornire risposte, ancor prima che venga formulata la domanda, essendo in grado di anticipare i nostri interessi, come un tragitto da compiere, il ristorante da scegliere o i prossimi impegni della settimana. Continua la lettura di Di ritorno da Udine: contento, perplesso e anche un po’ (molto) preoccupato … transumanesimo, ibernazione, trasferimento di coscienza e altro
Di ritorno da Udine: contento, perplesso e anche un po’ (molto) preoccupato … robot, umanoidi, singolarità tecnologica e altro
Sono tornato da Udine contento, ma anche un po’ (molto) preoccupato. Vediamo perchè. Uno dei due “ospiti” di questo week end era il Prof. Bergamasco, direttore dell’Istituto di comunicazione, informazione e percezione della prestigiosa Scuola Superiore S. Anna di Pisa. I suoi interventi erano centrati, tra le altre cose, sugli sviluppi ed applicazioni della robotica, intelligenza artificiale e della realtà virtuale. Cosa hanno a che fare questi argomenti con le neuroscienze, con la nostra mente, con la meditazione e con la nostra coscienza? Apparentemente poco ma, a ben guardare, in effetti tantissimo; se si tiene conto di quanto si dirà tra poco. Continua la lettura di Di ritorno da Udine: contento, perplesso e anche un po’ (molto) preoccupato … robot, umanoidi, singolarità tecnologica e altro
Master di Neuroscienze e Meditazione: Malinowski, Einstein, il criceto e la lingua tedesca
Week end di studio decisamente interessante al Master, con una messa a punto di un “grande” della ricerca sulla Mindfulness: Peter Malinowski. Questo studioso, professore di neuroscienze cognitive all’Università John Moores di Liverpool, fondatore del “Meditation and Mindfulnesss Research Group” è ritenuto uno dei principali ricercatori su Mindfulness e cervello. Week end interessante, dicevo, per lo spessore scientifico del relatore, per le ricerche che ha condiviso e per la profonda pratica di meditazione da lui portata avanti da tanti anni che si riverbera sul suo modo di essere.
Cercherò di estrapolare, dalle sue relazioni, alcuni aspetti e osservazioni che mi sembrano illuminanti su quanto la ricerca in questo campo ci sta proponendo attualmente. Continua la lettura di Master di Neuroscienze e Meditazione: Malinowski, Einstein, il criceto e la lingua tedesca
L’esperimento del silenzio
…. Bene, essendosi risolto il problema del braccio rotto, torniamo a dove ci eravamo lasciati. All’esperimento del silenzio.
Questo esperimento, evidentemente, non ha alcun valore scientifico ma solo quello aneddotico di vedere cosa ci succede se ci concediamo il “lusso” di stare in silenzio e vedere quello che succede. Continua la lettura di L’esperimento del silenzio