Quando ho condiviso su questo blog temi di politica il mio obbiettivo era portare una certa idea di consapevolezza su avvenimenti che mi sembrava ne avessero bisogno. Cercare di ragionare in modo pacato, senza aggressività mettendo in evidenza aspetti che mi sembrava non avessero ricevuto sufficiente attenzione. Continua la lettura di Mi vergogno e non mi rappresentate.
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Sogno o son desto?: Sogni, sogni ad occhi aperti, sogni lucidi (2) … dove si parla anche di Mindfulness di Gandhi e di Messi
In un precedente post avevo cominciato a parlare dei sogni e di come la storia dell’Uomo sia costellata di tentativi di dare un senso a questa attività che occupa tanto tempo della nostra vita. Oggi vorrei approfondire un tipo di attività onirica , quella dei sogni cosiddetti lucidi ed i rapporti tra questi e i cosiddetti “sogni a occhia aperti”. Due tipi di attività mentale solo apparentemente molto lontane. Continua la lettura di Sogno o son desto?: Sogni, sogni ad occhi aperti, sogni lucidi (2) … dove si parla anche di Mindfulness di Gandhi e di Messi
Complotti e Cospirazioni: balle spaziali? No, balle psicologiche
Un terzo degli americani è convinto che il riscaldamento globale sia una balla e, ancora, il 29% ed il 13% degli americani crede, rispettivamente, che gli alieni esistano e che Obama sia l’Anticristo. in Italia il 20% degli intervistati pensa che i vaccini non siano sicuri mentre il 17% dubita che questi siano realmente efficaci. Per non parlare delle scie chimiche e dei chip impiantati sotto pelle per controllare, a loro insaputa, le persone. D’altra parte che, per noi italiani, quella delle balle sia una storia che viene da lontano non è una novità: basterebbe pensare alla peste di Milano del 1630 quando si pensava fosse dovuta ad un gruppo di cospiratori, gli untori, che agenti del Diavolo o di figure politiche avrebbero diffuso la peste. Continua la lettura di Complotti e Cospirazioni: balle spaziali? No, balle psicologiche
oooops ….
Ooooops … si per questa frattura sarò anch’io un po’ in silenzio. Perciò dovremo aspettare un po’ per avere un commento all’esperimento proposto.
Volevo, però, fin da ora ringraziare i tanti che hanno voluto condividere le loro impressioni, scoperte ed esperienze dell'”esperimento”. Vi ringrazio perché quello che avete avuto la generosità di condividere è tutto molto ricco e interessante.
A presto !!
Silenzio … un esperimento (1°)
Silenzio. Abbiamo tanti tipi di silenzio, ognuno con le sue caratteristiche: quello agito come forma di comunicazione (vedi gli assiomi sulla comunicazione della scuola di Palo Alto e di Watzlawick) e di cui abbiamo già parlato, quello omertoso e colpevole di chi tace pur essendo a conoscenza di fatti delittuosi. Quello imbarazzato davanti a chi ci fa presente un nostro errore. Quello della paradossale opera musicale “4:33” di Cage in cui tutti gli strumenti tacciono e dove gli unici suoni sono rappresentati da quelli occasionali di fondo che gli stessi spettatori producono: un colpo di tosse, lo scricchiolio di una sedia etc e di conseguenza sarà ogni volta diverso perché diversi saranno i suoni. Quello cui siamo costretti quando la natura ci sorprende attraverso un tramonto coinvolgendoci in modo profondo. C’è il silenzio acustico, esterno, quello che ricerchiamo quando il livello del rumore presente nelle nostre vite diventa insopportabile e poi c’è quello interiore estremamente raro. Se infatti osserviamo, in silenzio appunto, la nostra mente vediamo che questa continuamente viaggia dal passato al futuro, da un dolore o rimpianto a un progetto, una scadenza o una preoccupazione del futuro. Per usare le parole di Kabat Zinn non siamo mai dove siamo. Ma di questo parleremo tra un po’ a proposito dell’esperimento che vi voglio proporre.
Gandhi, le formiche, la responsabilità e il cancro
Prendo spunto da un episodio di cronaca che è comparso su tutti i giornali. Le fotografie dell’esercito di formiche che impazzano sul letto di un’ammalata a Napoli, attaccata a una flebo, dunque nell’impossibilità di muoversi, hanno fatto (purtroppo!!) il giro del mondo. Non entro nel merito del fatto, già di per se agghiacciante e facilmente condannabile, quanto su come questo sia, mi sembra, il risultato di un atteggiamento piuttosto generalizzato. Ho l’impressione che il nostro livello di guardia nei riguardi della sciatteria e superficialità si sia andato progressivamente abbassando; sembra che, nel mondo reale della vita di tutti i giorni, la nostra sensibilità si sia attutita. Continua la lettura di Gandhi, le formiche, la responsabilità e il cancro
I cinque inviti di F. Ostaseski. Ci sono libri…….
Mentre preparavo il post che avrà per argomento il silenzio, che pubblicherò presto ma che può per il momento attendere, ho finito di leggere ” Cinque Inviti – Come la morte può insegnarci a vivere pienamente” scritto da Frank Ostaseski e appena pubblicato da Mondadori.
Ci sono tanti tipi di libri, quelli che abbiamo letto durante l’adolescenza, ritenuti fondamentali a quei tempi, e che, ripresi in mano più avanti negli anni, ci sono sembrati privi di significato; libri che dopo poche pagine abbiamo messo da parte e a cui non ci siamo più accostati e altri che non ci erano piaciuti ma arrivando all’ultima pagina con la speranza che prima o poi “decollassero”. Continua la lettura di I cinque inviti di F. Ostaseski. Ci sono libri…….
Report, i cornicioni e le chiacchiere da bar: Gabbanelli torna!
I francesi hanno una bellissima espressione “Épater le bourgeois” Questa la traduzione che ne dà l”Enciclopedia Treccani : “Meravigliare a buon mercato la gente, con parole e affermazioni paradossali, con atteggiamenti anticonformistici o spregiudicati, per il gusto di stupire e scandalizzare”. Questa mi sembra la cifra dell’ultima puntata di una trasmissione che tante altre volte abbiamo apprezzato; quella sul Papilloma Virus.
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L’epigenetica (2). Le colpe dei padri ricadono sui figli? La buona e la cattiva notizia
Nel post precedente abbiamo parlato in generale dell’epigenetica, di come questa sia in grado di spiegare la presenza di disturbi fisici e psichici nella discendenza di soggetti che avevano subito prima del concepimento condizioni avverse; condizioni capaci di determinare modificazioni delle cellule riproduttive, spermatozoi paterni e ovociti materni. La ricerca si è focalizzata sugli effetti, soprattutto, degli ormoni dello stress come il cortisolo, capaci di determinare delle alterazioni, spesso permanenti, a livello delle cellule riproduttive. Come abbiamo già detto in altra parte, in risposta allo stress il nostro organismo produce degli ormoni che se da una parte hanno lo scopo di preparare il nostro corpo a rispondere allo stressor, dall’altra hanno la capacità di determinare delle alterazioni a livello sia fisico sia psichico. Quale è il contributo del padre e della madre?
Vediamoli
Il ruolo materno: Lo studio del ruolo materno nella trasmissione epigenetica delle condizioni di “sofferenza”, si è dimostrato a volte di difficile interpretazione. Mentre, infatti, sono ben documentati gli effetti sul nascituro dello stress subito dalla madre durante la gravidanza, minori sono i dati sugli effetti dello stress provato dalla donna prima del concepimento. Stante anche la difficoltà di isolare gli effetti dovuti allo stress in gravidanza rispetto alle condizioni precedente il concepimento. Abbiamo comunque dei dati certi che evidenziano, con chiarezza, come alcune condizioni subite dalla madre prima del concepimento siano in grado di determinare effetti negativi sui futuri neonati e addirittura sui nipoti. Sappiamo cosi che violenze subite dalla madre in età infantile, o un eventuale lutto nell’anno precedente il concepimento, siano condizioni capaci di provocare un alterato sviluppo non solo psichico ma anche fisico della futura prole. Questi dati sono confermati dall’osservazione che figli e nipoti dei sopravvissuti all’Olocausto presentino delle alterazioni epigenetiche con aumento dei casi di alterato sviluppo psichico con maggiore frequenza di malattie mentali e neurologiche. E’ interessante notare che non solo lo stress con tutti i suoi correlati effetti ormonali, ma anche l’uso di sostanze come la cocaina e l’eroina provocherebbero danni che si mantengono almeno nella generazione successiva.
I regali della morte: che questa ci trovi vivi
I recenti fatti, drammatici della “tempesta perfetta”, neve e terremoto, abbattutasi sul centro Italia con il relativo corollario di morti mi induce a fare alcune considerazioni. Entro, dunque, oggi in un territorio pieno di insidie, con passi delicati e felpati, con grande rispetto e attenzione. Rispetto e attenzione, innanzi tutto, nei confronti di chi ha subito o sta subendo una perdita e di chi, forse per la prima volta, realizza in sé, esitenzialmente, la propria mortalità. Si, perché vorrei parlare proprio della morte. Territorio pieno di insidie perché è facile cadere in considerazioni sdolcinate o, peggio, nella negazione. Negazione, in varie maniere portata avanti, come se la morte fosse un evento eccezionale, totalmente alieno dalla nostra vita. Come se, in qualche maniera, questa realtà non ci accompagnasse in modo discreto, nell’ombra ogni giorno, in attesa di poter diventare reale. Entro in questa terra con la consapevolezza di 40 anni di vita ospedaliera che più di una volta mi hanno fatto abitare queste terre, e con la consapevolezza di lutti familiari vissuti. Non parlo con la sapienza del filosofo, che non sono, ma di chi si è trovato spesso a contatto con questa realtà ineludibile e inevitabile. Ne parlo piuttosto come essere umano che percepisce come reale una delle due certezze della vita di ogni uomo, come dice il saggio: la nascita e la morte. Continua la lettura di I regali della morte: che questa ci trovi vivi