Non fare oggi quello che puoi fare domani. Eh sì, perché questi non sono i giorni migliori per prendere delle decisioni, soprattutto se da queste possono derivare effetti a lungo termine. Già in precedenza avevo espresso alcune non proprio ottimistiche previsioni sul futuro legate al Covid 19. Oggi vorrei affrontare un tema che mi sembra importante: la difficoltà, e a volte i rischi, di prendere decisioni in piena pandemia.
È inutile far riferimento a illustri psicologi, la realtà è che noi siamo i primi a conoscere molto bene quello che stiamo vivendo: la minaccia percepita sulla salute e sul nostro livello di vita, l’incertezza del domani e soprattutto la avvertita mancanza di controllo sulle nostre vite che sembrano in balìa degli eventi. Continua la lettura di Non fare oggi quello che puoi fare domani, scorciatoie cognitive e … Fred Buongusto
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I rischi di un tempo sospeso … e le opportunità. (1)
Come avevo scritto in un precedente post, siamo in un tempo sospeso. Personalmente mi sento come un sasso lanciato verso l’alto immediatamente prima di cominciare a ricadere, in quell’attimo in cui la forza di gravità e la forza del lancio verso l’alto si equivalgono, annullandosi. Tempo sospeso, dunque, come un sasso in attesa di ricadere.
Nessuno è in grado, neppure con approssimazione, di predire quando si uscirà da questa situazione, quali altre emergenze, soprattutto economiche, dovremo affrontare, in che mondo ci troveremo a vivere, con quali tipi di relazioni affettive, amicali, lavorative, etc; quali valori e idee saranno spazzate via e su quali certezze ricostruiremo le nostre vite e il nostro futuro. Anche le nostre società iperconnesse sono “sospese”, potranno virare verso un modello partecipato e, se vogliamo, comunitario in cui la persona si sente parte, soprattutto, responsabile, di una comunità. Oppure andare verso modelli più autoritari, più chiusi in cui badare solo alle proprie necessità, con “l’aiuto” di un uomo forte. La direzione che prenderemo, ne sono certo, dipenderanno dalle scelte di ognuno.
Il futuro dunque non è ancora nemmeno ipotizzabile e questo certamente accresce le nostre preoccupazioni e le nostre ansie. Anche se, a ben vedere, non è mai stato ipotizzabile e neppure controllabile anche in condizioni “normali”. Quelli della prevedibilità e del controllo sono una nostra illusione che ormai non alberga più in noi, cominciamo a prendere coscienza e consapevolezza della realtà nella sua instabilità e discontinuità. I tempi che viviamo hanno in parte dissolto questa illusione e questo contribuisce ad aumentare le nostre emozioni negative. Questo è lo scenario che ci troviamo a vivere, questa la realtà ineludibile e scomoda. Sì, scomoda, perché spesso viviamo con disagio questa presa di coscienza. Se da una parte questo esame di realtà aumenta il nostro grado di consapevolezza permettendoci di uscire da uno stadio quasi adolescenziale con i relativi sensi di onnipotenza, dall’altro ci consegna nudi e indifesi ad una realtà finalmente vista per come è. Di fronte ad una nuova percezione della realtà e alle emozioni che questa suscita ci troviamo davanti ad una sfida, quella del confrontarci con le nostre emozioni.
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Freud, le barzellette e i film … autoprodotti.
Che le barzellette, o i motti di spirito come le chiamava Freud, esprimano, spesso mascherandole, realtà a volte inconfessabili è a volte vero. Freud era convinto, infatti, che le barzellette avessero tutte un contenuto più o meno evidente di tipo sessuale e che queste permettessero a chi le racconta e a chi le ascolta di accedere a contenuti inconfessabili nascosti livello inconscio. Ora sappiamo che Freud, figlio della cultura sessuofobica della Vienna di fine ottocento, era un po’ “fissato” con il sesso e le tematiche sessuali. Forse le barzellette non sono tutte a sfondo sessuale ma quello che è certo che esse ci raccontano, in modo divertente, alcune profonde realtà del nostro modo di essere e di vivere. Eccone un esempio: Continua la lettura di Freud, le barzellette e i film … autoprodotti.
El Camino de Santiago: Scott, il suonatore di blues extracomunitario le irlandesi e le scritte moooolto mindful.
Di ritorno dal Cammino di Santiago volevo condividere l’esperienza utilizzando, più che le impressioni personali, alcuni incontri avvenuti durante i 130 Km percorsi a piedi in 6 giorni dove ci si incontra continuamente perché le tappe sono più o meno le stesse ma nello stesso tempo ci si perde di vista perché ognuno ha la propria andatura e resistenza alla fatica. Vorrei anche utilizzare le scritte trovate durante il percorso sui muri, i bidoni della spezzatura e sotto i ponti che intersecano il cammino. Queste sono un valore aggiunto e rappresentano, disseminate come sono lungo tutto il cammino, un continuo invito. Continua la lettura di El Camino de Santiago: Scott, il suonatore di blues extracomunitario le irlandesi e le scritte moooolto mindful.
Gli spagnoli e i traumi
Un recente articolo (qui) ha riportato i risultati di ricercatori spagnoli sulla capacità di rimuovere, o almeno ridurre, il ricordo di episodi dolorosi o traumatici, utilizzando un farmaco. Tralascio i particolari tecnici dell’esperimento per i quali rimando all’articolo. Questa ricerca apre certamente degli scenari interessanti e utili nel trattamento di particolari condizioni psichiatriche come la Sindrome Post Traumatica da Stress o alcune forme di ansia. Quelli, però mi sembra vadano sottolineati sono i rischi sottesi a queste ricerche. In sostanza si pone l’accento sulla necessità di eliminare i ricordi negativi e le esperienze traumatiche al fine di ritrovare il benessere. Continua la lettura di Gli spagnoli e i traumi
il Pifferaio magico di Hamelin, topi e bambini … e l’elogio della zoppia
Alcuni giorni fa, per una serie di associazioni mentali, mi è venuta alla memoria una famosa favola: il Pifferaio di Hamelin. Ora le favole, come tutti sappiamo, sono delle metafore che raccontano, sotto forma di storie, temi che riguarda la nostra via: la lotta tra il bene e il male, il senso di quanto ci capita nella vita, il cambiamento e la trasformazione, etc. Il termine favola, nell’accezione comune del linguaggio, però, ha frequentemente una connotazione negativa di cosa non vera o esagerata; troviamo questa accezione in affermazioni come “vivere nel mondo delle favole” o “non raccontiamoci favole” etc. Troviamo le fiabe, sotto diverse forme, praticamente in tutte le culture e sotto tutte le latitudini. Quale è il senso e l’utilità delle favole? I bambini, come evidenziato da B. Bettelheim, hanno bisogno di dare un senso al mondo complesso in cui vivono e, nello stesso tempo, dare ordine e coerenza al loro mondo interno. Quale che sia il personaggio o la storia, il linguaggio fiabesco si adegua al mondo mitico e non realistico del bambino offrendogli delle soluzioni alle difficoltà, agli incubi inconsci aiutandolo ad accettare responsabilità e le sfide della vita. Non a caso un metodo psicanalitico è quello dei giochi di sabbia in cui il bambino viene invitato a posizionare personaggi archetipici ( il re, la principessa, il drago, etc) e a creare delle storie, delle fiabe personali appunto. E per noi adulti? Continua la lettura di il Pifferaio magico di Hamelin, topi e bambini … e l’elogio della zoppia
Oh Gesù, Gesù: anche la Ferragni fa Mindfulness…. La McMindfulness.
Volevo scrivere un post su quanto mi è accaduto alcuni giorni fa. Mi è capitato tra le mani un volantino scritto in italiano “bizzarro”. In questo si propagandavano corsi di Mindfulness antistress, antinvecchiamento, antidolore e qualche altro “anti” proposti da persone senza alcuna formazione e, udite udite, della durata di un, dicesi un, pomeriggio con un costo di 200 €. Ora capisco la disoccupazione e la necessità di essere creativi, ma utilizzare la Mindfulness senza alcuna preparazione vuol dire rischiare di trovarsi di fronte a pazienti fortemente depressi o con altri disturbi psichiatrici con esiti potenzialmente drammatici. Mentre ragionavo su questo post mi è rimbalzata la notizia di Repubblica che Chiara Ferragni ha preso la sua prima lezione di Mindfulness.
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Le mappe mentali, gli Indù e John Lennon
Immaginiamo di voler andare in un paese lontano, diciamo la Scandinavia e, avendo del tempo a disposizione, vogliamo viaggiare in auto e non in aereo che sarebbe più veloce e pratico. Subito ci dotiamo di una cartina dell’Europa per studiare la strada migliore, quella che ci permette di visitare luoghi e città che pensiamo siano interessanti. Stendiamo la mappa e cominciamo a programmare il nostro viaggio: manutenzione della macchina, controllo delle gomme, dove dormire, dove mangiare etc. Continua la lettura di Le mappe mentali, gli Indù e John Lennon
Qui e ora: Maria e la fibromialgia, Filippo ed il gelato con il finale di J. Lennon.
La definizione “classica” di Mindfulness, secondo Kabat-Zinn, è “Consapevolezza ottenuta prestando attenzione allo svolgersi dell’esperienza con intenzione, nel presente qui ed ora, momento per momento ed in modo non giudicante”
Ad agosto scorso avevo scritto un post sul termine qui e ora o momento presente in cui tra le altre cose dicevo: Gli studi sul funzionamento del cervello hanno dimostrato che quello che è stato definito “presente psicologico” dura tra i 2 e i 3 secondi ed è il tempo della nostra consapevolezza. Tale presente psicologico non è rappresentato da un unico momento ma piuttosto costituito da una serie di “mini-presenti” che la nostra mente fa affiorare alla nostra consapevolezza. C’è inoltre da osservare che è la nostra mente a decidere cosa “metterci” in questi mini-presenti. Dunque se ad esempio faccio una meditazione sulle sensazioni corporee, solo restando aperti all’esperienza in modo non giudicante possiamo ridurre il filtro della mente e portare la consapevolezza anche alle sensazioni più sottili e meno evidenti. Anche perché, a complicare il tutto, c’è l’osservazione che le diverse aree del nostro cervello misurano il tempo in modo differente; al punto che potremmo vedere e giudicare contemporanee esperienze che contemporanee non sono; o valutare come successive sensazioni che viceversa sono contemporanee.” Vorrei riprendere il tema del momento presente, spinto anche da alcune riflessioni di una mia paziente e dall’osservazione di mio nipote. Continua la lettura di Qui e ora: Maria e la fibromialgia, Filippo ed il gelato con il finale di J. Lennon.
Mindfulness & Elezioni !?!?
Ci siamo ! Manca ormai poco al giorno del giudizio di una campagna elettorale contraddistinta da “ricette” spesso vaghe, inapplicabili, senza coperture, e bizzarre. Il tutto condito in salsa piccante di offese e delegittimazione dell’avversario politico. Sinceramente debbo dire che questa campagna elettorale mi è piaciuta poco: tutto questo rincorrersi di proposte stravaganti sparate solo per intercettare qualche voto in più che potrebbe, ripeto potrebbe, fare la differenza il 5/4 e giorni seguenti. Comparsate tv di guitti di una compagnia di giro convinti che gli appelli, le ricette semplici per problemi complessi, le offese ai fans di fazioni opposte possano fare la differenza. Ho avuto la pazienza di andarmi a cercare e leggere i programmi delle principali coalizioni e partiti politici: deprimenti nella pochezza, vaghezza, inconsistenza e nella irrealtà delle loro proposte. Viceversa visioni e proposte serie di società presenti in quantità pari a quella dell’albumina: tracce. Continua la lettura di Mindfulness & Elezioni !?!?